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venerdì 23 giugno 2017

Il recupero della tolleranza

Oggi ho colto l'imbeccata di un caro amico nel post precedente  e approfitto per fare un po' di chiarezza riguardo al tema delle intolleranze.
Sfatiamo il mito che l'intolleranza è per sempre e diciamo subito che, impegnandosi in po' , attraverso un cammino più o meno complicato a seconda dei casi, la tolleranza si può recuperare.
Innanzitutto dobbiamo cambiare visione domandandoci il motivo per cui compare una specifica reazione ad un determinato cibo. La reazione avviene per il superamento di un certo "livello soglia" personale, cioè una capacità individuale di affrontare ed adattarsi a sostanze esterne. Quindi importante è considerare in un soggetto che risulta intollerante le condizioni di fondo. I sintomi che compaiono sono dunque la risultanza di varie interferenze esogene ed endogene di alimentazione, ambientali e anche psicologiche che creano uno stato di infiammazione lieve ma persistente e pronta però a "scoppiare" nel momento in cui si entra a contatto con la sostanza incriminata.
Quindi la strada di recupero non deve guardare il cibo incriminato e basta ma anche l'intero organismo, migliorando la capacità di tolleranza , pensandolo come la "goccia che fa traboccare il vaso".
La persona va seguita dal punto di vista emozionale, ambientale e soprattutto alimentare per migliorarne la capacità di adattamento.  Detto in altre parole possiamo rieducare un sistema immunitario diventato intollerante alla completa ripresa della tolleranza.
Consapevoli di ciò possiamo attuare un processo di rieducazione che passa da appropriate indicazioni nutrizionali , dal supporto di integratori alimentari e talvolta dall'utilizzo di alimenti speciali adatti ad ogni tipo di intolleranza. Spesso le tecniche di rieducazione ricalcano le tecniche dello svezzamento infantile e l'obiettivo principale è ridurre il livello di infiammazione per avere un maggior range di adattamento ed evitare di arrivare alla stato acuto  con i sintomi specifici dell'intolleranza. Ruolo chiave in questo passaggio lo svolgono determinati oligoelementi come manganese, rame e zinco, presenti all'interno di frutta e verdura o in opportuni integratori , in modo da stimolare il sistema immunitario . Nessun cibo dunque è nemico assoluto, ci si deve solo mettere nell'idea di cambiare abitudini personalizzando il proprio percorso individuale con persone esperte.
Dunque, non mi resta altro che dire: "Buon lavoro!"

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